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#BastaScrivere, Roma, 26 Ottobre 2019

Sabato scorso mi sono infiltrata in un workshop destinato ai copywriter, ma non ditelo a nessuno.

#BastaScrivere è l’ambiguo e divertente titolo dell’incontro tenuto da Associazione Italiana Copywriter a Roma lo scorso 26 ottobre e del quale sono venuta a sapere tramite i social.

Nonostante il copywriting non sia la mia specializzazione (o forse proprio per questo) ho colto la palla in balzo e ho prenotato al volo il biglietto di ingresso e quelli del treno.

Malgrado la sveglia alle 05.30 del mattino, necessaria per chi come me abita un bel po’ fuori mano rispetto al luogo dell’incontro (lo “Spazio Fare” del Mercato Centrale Roma Termini), ho seguito con grande attenzione e interesse tutti gli interventi del seminario, sostenuta da considerevole dose di caffeina e dalla piacevole compagnia di Paolo Gargiulo (link al sito), lui sì vero copywriter.

I primi a parlarci del proprio lavoro sono stati Selina Galfo e Alessandro Zuccherofino, Social Media Manager che hanno raccontato del caso Skipper Zuegg e di quanto sia importante cavalcare l’instant marketing e gestire la community mantenendo coerente il tono di voce aziendale.

Personalmente ho trovato fantastici i video di presentazione della case history, segno che il loro lavoro è stato accolto con entusiasmo e valorizzato non solo dall’agenzia ma soprattutto dal committente, come hanno loro stessi più volte ribadito. Una soddisfazione ogni tanto per chi fa questo lavoro!

Valentina Di Michele (link al sito)che parlava anche a nome di Andrea Fiacchi, mi ha poi aperto un mondo sul microcopy e lo UX writing. So bene cos’è l’UX design ma non avevo mai pensato che la progettazione di interfacce usabili potesse essere “scissa” in due parti e assegnata a professionisti differenti (il designer e il copywriter, appunto). Di Michele ha spiegato come funziona il flusso di lavoro per la creazione di un set di microcopy, soffermandosi in particolare sulla fase di raccolta informazioni e ricerca e ha sottolineato quanto sia importante per un copy farsi coinvolgere fin dalle prime fasi del progetto.

La mattinata è poi proseguita con l’intervento di Alessandra Farabegoli (link al sito) che ha trattato il tema che più mi preoccupa: formarsi nel digitale in un mondo che evolve. La prima Mailchimp Expert italiana, ha raccontato le sue esperienze nel digitale e spiegato che una totale automazione non può esistere, perché ogni funnel ha bisogno di un continuo monitoring e studio, proprio come le professioni del digitale. 

Dopo un’affollata pausa pranzo in quel bailamme che è Mercato Centrale, ambiente dall’aria vagamente europea, abbiamo riflettuto con Roberto Ottolino (link al profilo) su cosa sia l’improvvisazione e perché non è possibile improvvisarla. Alcuni esempi dal mondo del calcio e della musica ci hanno rivelato che per improvvisare bene occorrono studio, nonchalance e sicurezza di sè.

Ho adorato l’intervento di Diego Fontana (link al profilo), docente e autore di grande esperienza, forse proprio perché trattava un argomento più familiare a noi visual designer: cos’è la creatività. Partendo dalle definizioni di Bruno Munari, che è sempre meglio rinfrescare ogni tanto, ha approfondito il metodo della sintesi creativa, dandocene persino un saggio in dieci minuti.

Con Laura Grazioli (link al profilo) si è andati un po’ più sul “pesante”: l’immagine della donna in pubblicità. Gli studi condotti su 20.000 messaggi pubblicitari hanno confermato quanto in Italia sia ancora irreale l’immagine femminile in pubblicità e soprattutto quanto diverso sia il trattamento rispetto a quella maschile.

Questa disparità è il vero problema.

Giuseppe Mazza, (link al profilo) altro autore prolifico, ha presentato il suo nuovo libro “Cinema e Pubblicità, la relazione sorprendente”, svelando nessi tra i due mondi attraverso alcune curiosità storiche; si partiva da Antoine Lumière per arrivare a una (a me) più familiare “La tentazione del Dottor Antonio” di Fellini, che mi ha fatto sentire a casa.

Al termine della giornata i relatori si sono confrontati con con il pubblico sul tema “Copy di campagna e Copy di città”. A tal proposito devo dire che le similitudini tra il mondo dei copy e quello degli art sono più di quante potessi immagine: far conoscere e valorizzare il proprio lavoro, motivare correttamente ai committenti le scelte che il consulente consiglia e raccogliere le giuste informazioni al momento del briefing, sono problematiche che affliggono un po’ tutti i mestieri della comunicazione.

Nel complesso è stata una giornata davvero interessante, di quelle che alla fine dici «ho fatto proprio bene ad andare».